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Requisiti ventilatori polmonari e mascherine per le urgenze ospedaliere

 

I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Ancona, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, nell’ambito dell’esecuzione di uno specifico piano di controlli finalizzato al rispetto dell’ordinanza della protezione civile che fa divieto alle imprese di cedere all’estero determinati dispositivi medici tra cui, in particolare, quelli di ventilazione utilizzati in terapia intensiva, sono riusciti a sequestrare ben milleottocentoquaranta circuiti respiratori – composti da tubo, pallone, valvola e maschera respiratoria, da utilizzare per i pazienti in condizioni critiche.

Nel dettaglio, le Fiamme Gialle e i doganieri hanno intercettato e sottoposto a controllo un autoarticolato in procinto di imbarcarsi su un traghetto diretto in Grecia che aveva già effettuato i controlli di sicurezza per l’accesso in porto e sostava in coda, in attesa di salire sulla motonave.

Insospettiti da quanto indicato sulla documentazione commerciale, alla luce delle recenti disposizioni emanate per lo stato di emergenza relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti dal Covid-19, hanno bloccato il camion e hanno proceduto a un controllo approfondito del carico, riuscendo a individuare le preziose componenti per apparecchiature di terapia intensiva, che sono impiegate per collegare i respiratori sia ai pazienti adulti che ai bambini. Il circuito respiratorio rappresenta l’interfaccia diretta con il paziente e, di conseguenza, un elemento chiave dell’intero sistema di anestesia o di ventilazione.

Esportare DPI fuori dal territorio nazionale è attualmente vietato

Per questo motivo, l’ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 639 del 25 febbraio 2020 ha vietato la cessione fuori dal territorio nazionale oltre che dei dispositivi di protezione individuale, anche degli strumenti e dei dispositivi per la ventilazione meccanica dei pazienti con patologie respiratorie.

I dispositivi sequestrati saranno consegnati alla Protezione Civile perché siano impiegati negli ospedali italiani.

Il rappresentante legale della società italiana, con sede in provincia di Milano, che ha tentato la vendita dei componenti ad una società greca, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per violazione dell’art. 650 del Codice Penale (Inosservanza dei provvedimenti dell’autorità). Rischia l’arresto fino a tre mesi e l’ammenda fino a 206 euro.

A Napoli requisite 170.000 mascherine

In un’altra distinta operazione, i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Napoli, unitamente ai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, hanno intercettato una partita di dispositivi di protezione individuale, di origine e provenienza cinese.
La partita, costituita da 170.000 mascherine ad uso chirurgico riportanti marcatura CE, era destinata ad una società operante in Campania.
Nella giornata d’oggi, tenuto conto di quanto disposto dal Commissario Straordinario Covid-19, le mascherine sono state requisite per la successiva consegna alla Protezione Civile.

Ricordiamo che, in virtù del D.L. 17 marzo 2020, n. 18, e fino al termine dello stato di emergenza (31 luglio 2020), il Capo del Dipartimento della Protezione Civile può disporre con proprio decreto la requisizione dai soggetti pubblici o privati di presidi sanitari e medico-chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere, occorrenti per fronteggiare l’emergenza sanitaria, anche per assicurare la fornitura delle strutture e degli equipaggiamenti alle aziende sanitarie o ospedaliere ubicate sul territorio nazionale, nonché per aumentare il numero di posti letto destinati ai pazienti affetti dal virus (N.d.R.).