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Contro il tumore passa in farmacia

Fare l’esame del sangue occulto nelle feci ogni due anni, anche senza avere alcun disturbo: ecco il test che può prevenire il tumore del colon-retto.

Si tratta di un tumore per il quale la prevenzione è determinante. È raro che insorga prima dei 40 anni. In Italia, dove l’incidenza è aumentata tra gli anni Ottanta e Novanta, interessa quasi 23 mila donne e 30 mila uomini ogni anno (dati Airtum – Associazione Italiana registro Tumori 2017).

Nel Salento, come del resto in tutto il mondo occidentale, il tumore del colon retto è il più frequente nel sesso maschile, con un’incidenza del 13 per cento.

Per “mettere a dimora il seme della prevenzione”, l’Asl di Lecce ha finanziato uno screening per scoprire in anticipo questo tipo di tumori che, avendo spesso forme pre-cancerose ed evoluzione lenta, possono essere scoperti ed eliminati con successo.

La farmacia Scardia di Tricase, una delle 260 farmacie leccesi che aderiscono allo screening per la diagnosi precoce del cancro al colon-retto (ph. © r. fracasso).
Screening in farmacia

Lo screening partirà a fine ottobre, in collaborazione con le farmacie del Salento, riguarda persone tra 50 e 69 anni e non necessita di particolare dieta.

L’adesione all’indagine è volontaria e gratuita: ricevuta la lettera di convocazione dell’Asl, basta recarsi in una delle 260 farmacie della provincia di Lecce che aderiscono all’iniziativa e ritirare il kit gratuito per l’esame. I campioni raccolti vanno restituiti alla stessa farmacia e i risultati arrivano a casa.

Se la ricerca del sangue occulto dovesse essere positiva, sarà cura dell’Asl avvertire la persona interessata e gestire i passi successivi.

Fattori di rischio

Ecco i fattori di rischio che ci espongono maggiormente ai tumori intestinali:

  • Alimentazione: cibi ad alto contenuto di grassi, di proteine animali e basso contenuto di fibre sono associati con maggiore frequenza ai tumori intestinali. Per questo motivo, è bene privilegiare alimenti ricchi di fibre (crusca, legumi), frutta e verdure.
  • Ereditarietà: è la predisposizione trasmessa dai genitori che hanno alterazioni genetiche specifiche; in tal caso la probabilità di trasmetterla ai figli è del 50 per cento. Si stima che nei parenti di primo grado di un malato con tumore oppure con polipi del colon-retto il rischio di avere un tumore del colon sia superiore di 2-3 volte rispetto alla popolazione comune.
  • Malattie infiammatorie croniche dell’intestino
  • Polipi del colon: non tutti i polipi rischiano di trasformarsi in un tumore maligno, infatti molto spesso tale degenerazione dipende dalle loro dimensioni; purtroppo quasi sempre non danno sintomi e solo nel 5 per cento dei casi causano piccole perdite di sangue, rilevabili con la ricerca del sangue occulto.
  • Condizioni non ereditarie: fumo, obesità e vita sedentaria. La persona che si ritiene a rischio si rivolgerà al medico curante per i necessari consigli di prevenzione che, di solito, comprendono esami di laboratorio e/o strumentali presso lo specialista gastroenterologo.
Prestare attenzione agli avvertimenti

È buona norma prestare la massima attenzione a questi campanelli di allarme:

  • Disturbi precoci, leggeri e occasionali: mancanza di appetito, stanchezza.
  • Disturbi gravi: perdita di peso e anemia.
  • Allarmi: stitichezza ostinata, alternata a diarrea.

La ricerca del sangue occulto nelle feci può smascherare il 25 per cento dei tumori del colon retto, perciò va eseguita ogni due anni. Nel caso fosse positivo, e quindi ci fosse sangue, bisognerà sottoporsi alla colonscopia, un esame che consente di esaminare l’intero colon-retto.

Infine, chi ha familiarità per tumori del colon-retto e soprattutto chi sa di essere portatore di alterazioni genetiche ereditarie in tal senso si rivolgerà allo specialista fin dalla giovane età per avere consigli di prevenzione, secondo appositi protocolli.

Bibliografia

Airc – Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro (www.airc.it).