Senza categoria

Scoliosi, non c’entra lo zainetto

La scoliosi è una deformazione della colonna vertebrale sui tre piani dello spazio e si presenta con alterazioni delle vertebre e dei contatti tra le stesse. È una deformità evolutiva che si evidenzia nell’adolescenza e progredisce fino al termine dell’accrescimento (16-18 anni per le femmine e 18-20 per i maschi).

Sarà lo specialista a formulare la diagnosi, perché le scoliosi vere vanno distinte dalle alterazioni scoliotiche, cioè deviazioni della colonna solo sul piano laterale, senza rotazioni né torsioni.

Quando abbiamo di fronte una reale scoliosi, nel 70% dei casi si tratta di scoliosi idiopatica, cioè propria di quel soggetto e senza una causa nota.

Può dipendere da diversi fattori:

  • Genetici (in un caso su tre è ereditaria).
  • Metabolici e tessutali (con influenza sulla crescita dell’individuo).
  • Neurologici posturali centrali.

La donna è interessata da questo tipo di scoliosi in un rapporto di 4/1 rispetto all’uomo.

La scoliosi, durante la crescita, di solito non provoca dolori o altri fastidi, passando inosservata; per questo un genitore deve insospettirsi e ricorrere al medico curante o allo specialista se nota:

  • Asimmetrie delle spalle/scapole.
  • Asimmetrie del bacino.
  • Asimmetrie dei triangoli delle taglie (è lo spazio tra il fianco e la parte interna dell’arto superiore avendo il soggetto in piedi e con le braccia pendenti lungo il corpo).

Può essere utile eseguire esercizi ginnici che rendano più forti i muscoli vicini alle vertebre (paravertebrali) ed evitare gli esercizi e lo sport che fanno aumentare la mobilità delle vertebre. Infatti in questi casi rieducare la coordinazione motoria e la corretta postura è importante. I plantari, invece, non hanno alcuna utilità nella scoliosi.

Una scoliosi in soggetto adulto evidenziata dalla radiografia. Pur essendo una malattia di rilevanza sociale, al pari delle malattie artrosiche, in Italia non esiste alcun programma di prevenzione da avviare nelle scuole, in età puberale.
Chirurgia della scoliosi

Questa malformazione può spesso essere curata con i busti ortopedici e con successo; quando invece il problema non si risolve, si ricorre al trattamento chirurgico.

L’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna lo spiega efficacemente: «La moderna correzione chirurgica della scoliosi si basa sull’uso di barre solitamente in titanio che vengono fissate alla colonna vertebrale mediante viti o uncini. Il loro uso permette di ottenere una correzione immediatamente stabile per cui non è più necessario l’uso di busti gessati nella fase che segue l’operazione chirurgica. Infatti il paziente potrà alzarsi dal letto dopo sette-dieci giorni in condizioni libere oppure indossando un busto ortopedico».

Una scoliosi non corretta porta, in età adulta, a gravi problemi come dolore, deformazione graduale e talvolta alterazioni cardiorespiratorie.

Essendo la causa praticamente sconosciuta, la prevenzione della scoliosi idiopatica è impossibile, perciò le indagini periodiche nella scuola potrebbero individuarla al suo esordio, consentendo un trattamento tempestivo, l’unico che può scongiurare l’intervento chirurgico correttivo.

Tutta colpa dello zainetto?

Il famoso zainetto sulle spalle che accompagna i nostri figli a scuola fa sempre discutere, perché si ritiene (i genitori sono i primi a dirlo) che possa essere un fattore di rischio nella scoliosi.

Chiariamo subito: lo zaino pesante non fa venire la scoliosi, ma certo un suo peso eccessivo (anche solo due o tre chili) potrebbe essere inadeguato per chi ne soffre.

Per l’integrità della colonna vertebrale dello scolaro, più che controllare lo zainetto, bisognerebbe sorvegliarne la postura, la posizione, cioè come porta lo zainetto e come sta seduto nel banco mentre fa i compiti.

Tenendo conto della corretta postura, la vecchia e gloriosa cartella sarebbe più indicata del griffato zainetto, perché potrebbe essere svuotata ogni giorno dei libri che non servono e può passare da una mano all’altra, alternando così il peso e variando la posizione.

Intanto è imminente la commercializzazione di un nuovo esame del sangue in grado di rilevare dei biomarcatori per identificare precocemente i bambini affetti da scoliosi con l’uso di un algoritmo specifico.

 

Bibliografia:

www.ior.it

www.dottnet.it