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Gioco, fantasia e disturbi dell’apprendimento

È destinato agli insegnanti, agli educatori, alle famiglie e agli esperti del settore il Seminario su “Disturbi dell’apprendimento: il ruolo di diagnosi, scuola e compiti a casa” che si svolgerà il 10 dicembre, con inizio alle ore 17.15, presso il Centro Medico “Colsan” di Lizzanello (Lecce). L’incontro, organizzato dall’AISAS (Associazione Italiana Salute Ambiente e Società) e coordinato dal suo presidente, la dott.ssa Maria Lucia Santoro, pediatra, si avvarrà della collaborazione di due autorevoli relatori: Ezio Del Gottardo, professore associato di Didattica, Pedagogia Speciale e Ricerca Educativa presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma e l’Università del Salento, che parlerà di “Apprendimento, fantasia, gioco ed esperienza”, e Alessandro Gennaro, psicologo, dell’Università La Sapienza di Roma, che intratterrà il pubblico su “Capire ed apprendere: I disturbi specifici dell’apprendimento”.

Negli ultimi anni si è sviluppato un forte interesse tra neuroscienze e pedagogia: la conoscenza del cervello non può prescindere dall’apporto delle scienze dell’educazione poiché i meccanismi dell’apprendimento sono influenzati anche dalle emozioni che si legano all’apprendimento stesso.

Conoscere il cervello con le sue connessioni, nella variabilità delle tappe evolutive, aiuta le scienze pedagogiche a modulare gli interventi educativi nei confronti dei singoli bambini e a tutelare, in controluce, il futuro delle nuove generazioni, che è uno dei motori che anima l’attività di ricerca e l’impegno sociale dell’AISAS in direzione di uno sviluppo inclusivo, solidale e sostenibile.

Imparo giocando. Il gioco è uno degli strumenti più potenti attraverso il quale i bambini imparano a comunicare le proprie idee, prendere decisioni, risolvere i problemi e acquisiscono le conoscenze e le competenze essenziali per l’età adulta.

Si parlerà della dimensione del gioco come modus vivendi del bambino, che sperimenta la realtà che lo circonda e costruisce le sue teorie “ingenue” rispetto al mondo attraverso l’atto del giocare. Il gioco ha come dimensione di funzionamento l’immaginazione, che deve essere coltivata sia dal bambino che dagli educatori, i quali devono ideare processi di apprendimento idonei che permettano di sviluppare la bolla immaginativa del bambino, elemento cardine del suo sviluppo e del suo modo di comunicare.

Si parlerà della dimensione dell’esperienza che, oltre ad essere un atto emotivo e sociale, è basata sull’esplorazione e le conoscenze che il bambino realizza nei diversi contesti di vita, che devono essere i più naturali possibili, per favorire, durante tutte le tappe evolutive, il miglior apprendimento possibile anche nei bambini che presentano disturbi specifici e aspecifici (difficoltà nella lettura, nella scrittura o disabilità intellettive e disturbi d’ansia, per elencarne solo alcuni) che, se ben affiancati e supportati, possono raggiungere l’autonomia indispensabile per vivere con serenità la scuola ed entrare con abilità e competenze nelle dinamiche del mondo.