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Anche in Puglia il Tocilizumab

Il Tocilizumab è un farmaco, prodotto dall’azienda farmaceutica svizzera Roche, largamente utilizzato nei pazienti affetti da artrite reumatoide e in ambito oncologico. Somministrato a pazienti critici in Cina e di recente in un ospedale di Napoli, su suggerimento degli stessi medici cinesi, ha dato buoni risultati. Il farmaco, vale la pena sottolinearlo, non colpisce il virus, ma agisce sulle gravi complicanze, spesso fatali, della polmonite.

Come funziona?

L’artrite si sviluppa perché nel paziente aumentano l’attività e la presenza di diverse proteine infiammatorie, tra cui quella denominata Interleuchina-6, dannosa per il sistema respiratorio. Il Tocilizumab blocca proprio questa proteina e, per tale proprietà, ha ottenuto licenza di utilizzo dalle autorità sanitarie italiane, al termine delle classiche sperimentazioni. In attesa di un vaccino, ovviamente.

Può essere somministrato a tutti i malati di Covid-19?

No, il farmaco va impiegato solo nei casi più gravi. Dal momento che il Coronavirus provoca infiammazione polmonare acuta, si è pensato al Tocilizumab, ma questo farmaco non è stato testato adeguatamente per tale malattia (né poteva esserlo per un virus nuovo) e non ha l’indicazione ufficiale per il Covid-19. In buona sostanza, non si possono escludere effetti nocivi se somministrato a questi malati. Perciò si usa nelle situazioni gravi, con utilizzo chiamato “compassionevole” o, con termine tecnico “off label”, cioè al di fuori delle indicazioni riportate sull’etichetta.

Perché alcune persone presentano sintomi gravi e altre no?

Dipende dalle capacità del nostro sistema immunitario. In genere, nelle persone giovani, il sistema immunitario è più efficiente, ma non è una regola fissa. Gli anziani, d’altra parte, possono avere anche altre patologie che lo compromettono.

Ci sono studi scientifici in corso sul Covid-19?

Sì. Ogni virus deve entrare in una cellula per sopravvivere. La porta d’ingresso del Covid-19 nelle cellule polmonari sarebbe stata individuata da ricercatori dell’università di Berlino. Tuttavia, prima di mettere a frutto questa eventuale scoperta, se sarà confermata, passeranno molti mesi. Giocherà d’anticipo, speriamo, il vaccino anti Covid-19, annunciato come disponibile tra pochi mesi.

Sono proprio necessarie le restrizioni alle quali ci sottopongono?

Sì. Anzi, sono fondamentali. La situazione resta grave e l’obiettivo è rallentare la diffusione dei contagi, perché il virus è insidioso (lo trasmettono anche coloro che non hanno sintomi) e con facile diffusione.

Qual è lo scopo del rallentamento?

Uno scopo vitale: se tutti ci ammaliamo, in un tempo breve, non ci saranno sufficienti posti letto e posti in rianimazione, specialmente nel sud d’Italia. Si tratta di una realtà dura, che però è nei numeri, ma resta la verità. Per questo motivo: Restiamo a casa!