Senza categoria

Caffè: quando è troppo?

Vale anche per il caffè l’antico, e mai dimenticato, adagio di praticare la moderazione.

Poche tazzine al giorno fanno bene, molte potrebbero danneggiare la salute. A piccole dosi migliora l’umore, la lucidità mentale, l’attività psicomotoria, la resistenza alla fatica e al sonno; in eccesso può causare ipertensione.

A stabilirne la quantità e i limiti ci ha pensato una recente ricerca dell’University of South Australia pubblicata da The American Journal of Clinical Nutrition: il consumo ottimale di caffeina va da 200 a 400 mg al giorno, tenendo conto che la caffeina è contenuta anche nel tè e nel cacao.

Il limite dei 400 milligrammi, suggerito dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), corrisponde a cinque tazzine di espresso. Dalle sei tazzine in avanti il cuore e il sistema cardiovascolare sono a rischio: aumenta la pressione arteriosa, possono insorgere alterazioni del ritmo cardiaco e altro. C’è il 22% di probabilità di ammalarsi in più rispetto a chi consuma una o due tazzine al giorno, ma solo il 7-11% in più nei confronti di chi non consuma caffeina.

Proprio così: nei soggetti che bevono caffè con moderazione (uno-due al giorno, e comunque meno di sei) il cuore riceve un certo grado di protezione proprio dalla caffeina. Questa protezione non ce l’ha chi non ne beve affatto.

Nei bambini la dose giornaliera di caffeina non dovrebbe superare i 100 milligrammi, quantità che si raggiunge con facilità mangiando una barretta di cioccolato fondente o assumendo una bevanda energetica.

 Tra le persone che più facilmente possono incorrere nell’abuso del caffè vi sono anche imprenditori e professionisti, vale a dire coloro che, per motivi di lavoro, sono in contatto giornalmente con possibili clienti, con i quali è d’abitudine suggellare un accordo davanti a una tazza di caffè.

La caffeina assunta per via orale è assorbita del tutto e con rapidità dall’organismo e gli effetti stimolanti compaiono dopo circa 15-30 minuti e rimangono per alcune ore.

In quanto tempo riusciamo a eliminare il 50% della caffeina (che, non tutti lo sanno, ha anche un lieve effetto diuretico)? Nei soggetti sani servono da due a otto ore, con una media di quattro ore. Dipende dall’età, dal peso corporeo, dallo stato di salute del fegato, dall’assunzione di farmaci, da una gravidanza o dall’allattamento, dalla situazione genetica.

Benefici. Un caffè con poco zucchero prima di donare il sangue può prevenire un eventuale calo della pressione arteriosa.
Troppo caffè: i rischi

Tra gli effetti nocivi di breve termine su adulti e bambini possono verificarsi:

  • disturbi del sistema nervoso centrale (per esempio, il sonno interrotto);
  • ansia;
  • irritabilità;
  • variazioni del comportamento;
  • mal di testa;
  • vampate di calore.

Tra gli effetti nocivi a lungo termine il consumo eccessivo di caffeina, specie se assunta a digiuno, è stato associato a:

  • problemi cardiovascolari;
  • bruciori e acidità di stomaco;
  • infiammazione dell’esofago (esofagite);
  • reflusso gastro-esofageo;
  • ridotto sviluppo del feto.

Lo studio australiano ha analizzato un vasto campione: 350mila persone dai 37 ai 73 anni, di cui più di 8 mila avevano lamentato un problema cardiovascolare grave (infarto o ictus).

E chi metabolizza in fretta la caffeina, tanto da bere l’ultimo caffè prima di andare a letto e dormire profondamente? Anche costoro non dovrebbero superare quei limiti: fino a 5 caffe al giorno, massimo.

Si tratta di persone che, per la mutazione di un gene particolare, smaltiscono la caffeina con una rapidità quattro volte superiore a chi non ha tale mutazione, però hanno gli stessi rischi cardiovascolari degli altri. Perciò anche a loro il vecchio adagio.

 

Bibliografia

Rita Viola, Caffè, quante tazzine ne possiamo bere? (“la Repubblica”, 17 maggio 2019).

www.salute.gov.it