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AIDS, è sempre allarme in Puglia

Le infezioni da virus HIV (Human Immune Deficiency Virus), cioè l’agente responsabile della Sindrome acquisita dell’immunodeficenza umana (AIDS, Acquired Immune Deficiency Syndrome), in calo in Italia nel 2018, all’inizio di quest’anno hanno registrato un preoccupante incremento nelle province di Lecce e di Bari.

Lo si deduce dal confronto incrociato dei dati dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicati lo scorso 16 novembre, con quelli delle Unità di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera “Vito Fazzi” di Lecce e della Clinica Universitaria di Malattie infettive dell’Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari. Quest’ultimo è punto di riferimento regionale per diagnosi e trattamento dell’AIDS e segue oltre 1.000 malati. L’Unità di Malattie Infettive di Lecce ne ha in cura 550.

Secondo questi due Centri, agli inizi del 2019, Bari e Lecce e relative province hanno fatto registrare un nuovo caso di infezione HIV a settimana, cioè quattro nel mese di gennaio, ad esempio. Ed è scattato l’allarme. Nel dettaglio, a Lecce le nuove infezioni sono contratte tutte per via sessuale, circostanza che conferma un graduale abbassamento della guardia sul rischio AIDS, soprattutto tra i giovanissimi, che sono poco informati sui comportamenti a rischio o sono convinti che il problema non li riguarda.

Il calo dei contagi in Italia nel 2018, secondo gli esperti, è dovuto all’efficacia dei nuovi farmaci e alle nuove Linee guida che prevedono l’inizio della cura subito dopo la diagnosi.

L’AIDS in Puglia dall’inizio dell’epidemia e incidenza 2018 per 100.000 residenti
  • Bari: 796 (0,4%)
  • Barletta-Andria-Trani: 377 (0,3%)
  • Brindisi: 172 (1%)
  • Foggia: 464 (0,2%)
  • Lecce: 299 (0,0%)
  • Taranto: 435 (1,4%)

ISTISAN, Not. Istituto Superiore Sanità 2019; 32(10):3-54.

Calo dell’attenzione? In aumento i casi di infezione tra i giovanissimi e gli eterosessuali, attribuibili a rapporti sessuali non protetti e a comportamenti a rischio (ph. © freepik.com).

Le fonti di contagio sono il sangue e i liquidi organici delle persone infette con le quali si viene a diretto contatto. Mentre fino a pochi anni fa l’infezione prevaleva tra tossicodipendenti e omosessuali, oggi incriminati sono i rapporti eterosessuali, specie tra i giovani da 20 a 35 anni che dimostrano di vere notizie confuse sui rischi e scarsa propensione a ricorrere al test e all’uso del profilattico. Sarebbe necessaria maggiore informazione ed educazione sanitaria, soprattutto nelle scuole e per le fasce più svantaggiate degli studenti (incontri con gli esperti sulle malattie sessualmente trasmissibili, convegni, dibattiti, proiezione di film), visti i dati dell’andamento dell’infezione.

Servono anche screening gratuiti nelle piazze, specie perché i nuovi soggetti infettati non sanno di aver contratto il virus e lo scoprono quando la malattia è in fase avanzata. La diagnosi tempestiva è molto importante: i medici di base dovrebbero consigliare il test HIV ai loro pazienti quando lo ritengono necessario.

L’Istituto Superiore di Sanità ricorda che è a disposizione del pubblico il Telefono Verde AIDS 800 861 061 da lunedì a venerdì dalle 13,00 alle 18,00. Inoltre, in occasione della Giornata Mondiale dell’AIDS di domenica 1 dicembre, il servizio sarà attivo dalle 10,00 alle 18,00.

Il virus HIV attacca e inattiva alcuni tipi di linfociti, cioè cellule del sangue deputate a difenderci dalle infezioni (batteriche, virali o da funghi) e dai tumori. In tal modo il sistema immunitario dell’infettato viene compromesso, lasciandolo privo di valide difese.

Per l’incidenza tra i sessi, le nuove infezioni contratte nel nostro Paese, nel 2018, hanno interessato per l’85,6% i maschi, con massima incidenza nella fascia d’età 30-39 anni.

Bibliografia

  • lagazzettadelmezzogiorno.it/.news/lecce/1110466/aids-a-lecce-e-allarme-tra-i-giovani-un-nuovo-contagio-a-settimana.html
  • newspuglia.it/primo-piano/3791-aumenta-contagio-hiv-in-puglia-i-dati-del-salento.html
  • quotidianosanita.it/allegati/allegato6381346.pdf
  • DotNet.it